Pinocchio by Bene Carmelo
autore:Bene Carmelo [Bene, Carmelo]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Bompiani
pubblicato: 2014-08-14T22:00:00+00:00
SECONDA PARTE
SCENA PRIMA
E i medici arrivarono subito, uno dopo l’altro: arrivò, cioè, un Corvo, una Civetta e un Grillo parlante.
LA FATA – Vorrei sapere da lor signori se questo disgraziato burattino sia morto o vivo!
Il Corvo… tastò il polso a Pinocchio: poi gli tastò il naso, poi il dito mignolo dei piedi…
IL CORVO – A mio parere il burattino è bell’e morto: ma se per disgrazia non fosse morto, allora sarebbe indizio sicuro che è sempre vivo!
LA CIVETTA – Mi dispiace di dover contraddire il Corvo, mio illustre amico e collega: per me, invece, il burattino è sempre vivo; ma se per disgrazia non fosse vivo, allora sarebbe segno che è morto davvero!
LA FATA (al Grillo parlante) – E lei non dice nulla?
IL GRILLO – Io dico che il medico prudente, quando non sa quello che dice, la miglior cosa che possa fare è quella di stare zitto. Del resto quel burattino lì non m’è di fisionomia nuova: io lo conosco da un pezzo!…
Pinocchio… ebbe una specie di brivido convulso.
IL GRILLO – Quel burattino lì è una birba matricolata…
Pinocchio aprì gli occhi e li richiuse subito.
IL GRILLO – È un monellaccio, uno svogliato, un vagabondo…
Pinocchio si nascose la faccia sotto i lenzuoli.
IL GRILLO – Quel burattino lì è un figliolo disubbidiente, che farà morire di crepacuore il suo povero babbo!…
IL CORVO – Quando il morto piange è segno che è in via di guarigione.
LA CIVETTA – Mi duole di contraddire il mio illustre amico e collega: ma per me, quando il morto piange, è segno che gli dispiace morire.
Appena i tre medici furono usciti di camera…
La Fata… sciolse una certa polverina bianca in un mezzo bicchier d’acqua.
LA FATA – Bevila, e in pochi giorni sarai guarito.
PINOCCHIO – È dolce o amara?
LA FATA – È amara, ma ti farà bene.
PINOCCHIO – Se è amara non la voglio.
LA FATA – Da’ retta a me: bevila.
PINOCCHIO – A me l’amaro non mi piace.
LA FATA – Bevila: e quando l’avrai bevuta, ti darò una pallina di zucchero, per rifarti la bocca.
PINOCCHIO – Dov’è la pallina di zucchero?
LA FATA – Eccola qui.
PINOCCHIO – Prima voglio la pallina e poi beverò quell’acquaccia amara…
LA FATA – Me lo prometti?
PINOCCHIO (leccandosi le labbra) – Sì… Bella cosa se anche lo zucchero fosse una medicina!… Mi purgherei tutti i giorni.
LA FATA – Ora mantieni la promessa e bevi queste poche gocciole d’acqua, che ti renderanno la salute.
PINOCCHIO – È troppo amara! Troppo amara! Io non la posso bere.
LA FATA – Come fai a dirlo, se non l’hai nemmeno assaggiata?
PINOCCHIO – Me lo figuro! L’ho sentita all’odore… Voglio prima un’altra pallina di zucchero… e poi la beverò!…
Allora la Fata… gli pose in bocca un altro po’ di zucchero.
PINOCCHIO – Così non la posso bere!
LA FATA – Perché?
PINOCCHIO – Perché mi dà noia quel guanciale che ho laggiù sui piedi.
La Fata gli levò il guanciale.
PINOCCHIO – È inutile! Nemmeno così la posso bere…
LA FATA – Che cos’altro ti dà noia?
PINOCCHIO – Mi dà noia l’uscio di camera, che è mezzo aperto.
La Fata andò e chiuse l’uscio di camera.
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